– Una riflessione su pensiero occidentale vs. pensiero cinese

 Pensiero occidentale VS pensiero cinese.

Se l\’occidente non saprà tagliare il cordone ombelicale, che lo blocca nel pensiero logico, resterà sempre troppo debole nel confronto con la Cina.

Spesso mi sono soffermata a riflettere sulla questione delle radici culturali, diametralmente opposte, del pensiero Occidentale e quello Cinese. legato alla logica il primo e più astratto il secondo.Come si evince al Punto 3.1 in \”Logic and Language in Early Chinese Philosophy (\”https://plato.stanford.edu/entries/chinese-logic-language/#ConfOrdeName \”, logica era un utile strumento da sfruttare in circostanze più politiche che filosofiche. In particolare si affronta la questione dell\’utilizzo della logica in seno alla scuola Moista (70-ca.391 aC), diretta rivale della scuola confuciana.

Lo stesso forse ci indicava Jung quando identificava in oriente e occidente i suoi tipi psicologici, come introverso il primo ed estroverso il secondo.

Grazie a questa capacità di astrazione, Il cinese segue la logica dell\’occidentale, mentre l\’occidentale fatica a comprendere il pensiero del Cinese, chiuso come è nei percorsi obbligati del ragionamento logico.

Anche il rapporto con la lingua è sempre stato alla base del pensiero cinese, spesso penso a Confucio e alla sua teoria sulla rettificazione dei nomi\”. Rivedere le definizioni e portarle in un rapporto il più possibile prossimo con il loro vero significato .

La lingua ideogrammatica si presta certamente a una rettificazione, il rapporto con le radici etimologica immediato, la lingua, più votata a non ingabbiare il pensiero dentro a schematismi che potrebbero finire con l\’essere limitanti.
In conclusione, gli studi sinologici sono ancora molto giovani, per uscire dalla porta del pensiero occidentale ed entrare in quella del pensiero Cinese serve molto tempo oltre che forti capacità individuali.

Risulta evidente che il fraintendimento nei contenuti è a rischio altissimo.

In Italia ancora si tende a tradurre i testi cinesi, non direttamente dal cinese, ma da traduzioni già fatte in altre lingue; i traduttori spesso non sono formati sul contesto culturale in cui sono stati scritti . È errore comune confondere chi ha appreso i rudimenti del mandarino, con un sinologo.

Con questi presupposti, la concatenazione di fraintendimenti ed errori è quindi infinita sul piano politico, umano e giù fino alla corretta gestione di un rapporto di Business con una controparte cinese .

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